lunedì 3 dicembre 2012

[mtb] Ogliastra Triei Gola di Mamutorco Triei Sardegna


 
Sarà perché Roberta e la sua amica sono personaggi straordinari e unici che ci si dimentica il calore del tardo  pomeriggio qui a Triei. Intrattenersi sotto gli alberi della piazzetta con loro è piacevolissimo.
Il Bar Centrale è chiuso senza perché , ma i suoi tavolini accolgono ugualmente i biker che si raggruppano uno ad uno. Saremo in undici a sfidare le rovinate salite e discese della Gola di Mamutorco.

Roberta è una biker carina, gentile, attraente nei i suoi modi di essere. Ha paura delle difficoltà che inevitabilmente questa natura selvaggia propone. Ma è affascinata da questo territorio, è suo, lei è nata qua anche se non puo’ viverci tutto l’anno.



Vorrebbe salutarci e cambiare il percorso con uno piu’ dolce, ma vince il fascino, verrà con noi, supererà molte sue paure, sarà felice.

Ma anche io ho paura. Grosse pietre e i fondi ripidi e rovinati sono minacce serie, ti possono distruggere in ogni momento senza avviso.

Cadere vuol dire spiaccicarsi sul granito, le ossa diventano cristallo.
E’ giusto avere paura. La vinci diventando parte della natura, delle sue forme,  capendole , amandole, superandole. Certamente la tecnica migliora, ma è un tranello.

Ogni minuto si migliora, si è piu’ bravi, si osa, sciaguratamente si sfida. Roberta e altri scendono dalla bicicletta, sono saggi. Io cado nel tranello. Le profonde ferite della strada diventano divertenti ostacoli da superare.  Fino a che una pietra si nasconde, poi riappare, insegue la ruota, si blocca e mi fa precipitare sul granito.

Rimango immobile a terra, la caduta non è stata terribile, forse sono stato graziato. Riaccendo il gps spentosi nell’impatto, mi riordino e alzo la gamba per tornare in sella. Verso gocce di sangue. Il ginocchio ha sbattuto, si gonfierà ma mi consentirà di completare la breve parte restante del percorso.

Stefano, ingegnere di  Tortoli’, cade nello stesso tranello, fa il mio stesso errore, il mio stesso volo. Perderà anche lui gocce di sangue. Sono gocce di sangue versate volentieri, in cambio di gocce d’Ogliastra che entrano nel sangue.

Non è per tutti la stessa cosa. Pochi nel gruppo hanno fretta. Vorrebbero scaricare la potenza dei loro fasci muscolari. Non è possibile, la loro forza si sgretola  sul granito a pezzi, si liquefa nei solchi profondi. Vorrebbero sterrati integri, compatti, veloci, anche se senza virtu’ paesaggistiche. Non esiste.  Qua la natura non prevede perfezione per l’uomo. E’ perfetto cosi’. Per loro esistono stupende stradine isolate comunque belle.
La sosta per una foratura mi permette di raccogliere qualche rametto di mirto, Massimo di Jerzu me lo indica. Il profumo intenso cambierà l’arrosto.

Il giro termina, il pensiero stavolta è al ginocchio, voglio tornare peresto, non voglio che il gonfiore me lo impedisca.
di Alberto Adilo Di Lorenzo

Descrizione tecnica di Peter Herold dell'associazione Mountainbikeogliastra.it:

Dopo circa 2,5 km. la strada asfaltata, molto ripida, finisce, si entra nella zona di riforestazione, e dopo un breve rettilineo inizia la salita per Genna Argei, lunga circa 2 km. ma molto tecnica e ripida, con un lungo tratto selciato fino al valico.
Ora c’è la discesa che porta nella gola di Mamutorco, ripidissima e dal fondo mol...to rovinato. Grandi solchi scavati dall’acqua attraversano tutta la larghezza della strada, ostruita anche da grandi pietre che è necessario scansare. Il lato a valle è quasi sempre a strapiombo. Potranno percorrerla tutta in sella soltanto i ciclisti più esperti, in ogni caso con la massima prudenza e senza prendere mai troppa velocità. Da qui in non sarete più raggiungibili in macchina, neanche in fuoristrada, e il cellulare non risulta avere cam
po.


Da qua si volta a sx per Genna Olidone e la cava Stolu, con una serie di salite e discese non difficili, per poi tornare sull'asfalto a Triei.
È un anello da percorrere soltanto nel senso nel senso indicato, per via di una discesa molto ripida e sconnessa che in salita vi imporrebbe di scendere dalla bici.

Dopo circa 2,5 km. la strada asfaltata, molto ripida, finisce, si entra nella zona di riforestazione, e dopo un breve rettilineo inizia la salita per Genna Argei, lunga circa 2 km. ma molto tecnica e ripida, con un lungo tratto selciato fino al valico.

Ora c’è la discesa che porta nella gola di Mamutorco, ripidissima e dal fondo molto rovinato. Grandi solchi scavati dall’acqua attraversano tutta la larghezza della strada, ostruita anche da grandi pietre che è necessario scansare. Il lato a valle è quasi sempre a strapiombo. Potranno percorrerla tutta in sella soltanto i ciclisti più esperti, in ogni caso con la massima prudenza e senza prendere mai troppa velocità. Da qui in non sarete più raggiungibili in macchina, neanche in fuoristrada, e il cellulare non risulta avere campo.



Arrivati in fondo alla gola inizia la risalita (il fondo continua a essere rovinato, ma migliora dopo poco) fin quasi alla chiesa di San Giovanni Eltili, poco sotto il km. 167 della S.S. 125. Da Genna Argei fino a questo punto avete percorso circa 10 km. Questo è il punto più lontano dalla partenza e, se siete stanche/i, potrete arrivare con alcuni tornanti alla 125 stessa e tornare dall’asfalto.



Altrimenti, la traccia continua proponendovi il ritorno sul versante est di Mamutorco, a una discreta altezza rispetto al fondo della gola, passando al di sotto della località Orgosio, alla quale è possibile accedere anche dalla 125, da un cancello verde dell’Ente Foreste. Su questo versante il fondo è migliore, ma in corrispondenza dei canaloni la discesa dell’acqua ha fatto franare la strada e si è nuovamente isolati, non raggiungibili dai fuoristrada. I cambi di pendenza sono frequenti e anche questo tratto vi impegnerà molto e a lungo.



Potrete rilassarvi arrivati alla Serra Osono, in corrispondenza della striscia tagliafuoco, e con una veloce discesa, con una magnifica vista sulla valle e sul mare compresi tra Baunei e Tortolì, arriverete alla base della salita di Genna Argei che avete già percorso.
Tornate al campo sportivo attraverso una strada alternativa, all’inizio della quale, 500 m. dopo essere usciti dalla zona di riforestazione, potrete visitare una bella tomba dei giganti in ottime condizioni, in una traversa a destra indicata dai cartelli.

Il percorso non è eccessivamente lungo, ma il dislivello e il fondo difficile per lunghi tratti lo rendono molto tecnico e saranno necessarie almeno 4 ore. Da 1 a 5, livello 4, per ciclisti esperti.
Se da San Giovanni Eltili si ritorna dalla 125, livello 3. Stesso livello se, una volta successiva, arrivate a San Giovanni Eltili dalla 125 per poi percorrere il versante est già descritto.

A Lotzorai, che dista dal campo sportivo di Triei circa 8 km, Peter Herold è disponibile per ulteriori informazioni (peter@peteranne.it). Potranno accompagnarvi anche Amos Cardia (amoscardia@tiscali.it) e Davide Deidda (davideidda@hotmail.com).

 





 















Triei Gola di Momutorco Triei Sardegna


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